Internet e la biblioteca pubblica

Susanna Giaccai,Internet e la biblioteca pubblica
in AIB, Sezione Sardegna, Il futuro è arrivato troppo presto? Internet biblioteche ed accesso alle risorse informative. Roma: Associazione italiana biblioteche, 1997.

Quando ho iniziato a pensare a questa relazione, mi è venuto in mente con insistenza il clima presente alla fine degli anni ‘70 tra i colleghi delle biblioteche pubbliche, delle biblioteche di ente locale. L’atmosfera che si respirava nei nostri incontri professionali, nei seminari, nei congressi, era quella del cambiamento; le biblioteche pubbliche avrebbero mutato il modo di essere della biblioteca in Italia! all’interno della nostra Associazione, noi dipendenti dai Comuni erano quelli più avanzati, più innovativi, più disponibili al cambiamento. Ed effettivamente abbiamo cambiato il modo di essere delle biblioteca pubblica in Italia, anche se carenze di programmazione nazionale e regionale, non hanno reso possibile un esteso sviluppo di questi essenziali servizi informativi di base.
Non vorrei aver esagerato una sensazione personale, un ricordo, ma la mia impressione è che adesso, 1996, siamo di nuovo in un clima per molti versi simile.
Allora il processo era stato innescato da due fatti: dall’attuazione con la Legge 382 della delega alle Regioni di molte competenze, tra cui quelle sulle biblioteche comunali, favorendo così un intervento propulsivo di queste verso lo sviluppo dei servizi bibliotecari nel Comuni, e dalla scolarizzazione di massa e quindi dal crescere di una forte pressione sociale verso servizi di supporto alla scuola.
Si tratta di due processi politici, che dettero l’avvio allo sviluppo delle biblioteche pubbliche italiane, fino ad allora esistenti quasi solo nelle città capoluogo con la caratteristica, prevalente, di biblioteche di conservazione.
Adesso il cambiamento è innescato, non da scelte politiche nazionali o locali, ma da una rivoluzione tecnologica, che da circa 6 mesi/un anno anche in Italia inizia ad incidere nella nostra vita lavorativa, sociale e privata.
Le novità introdotte dallo sviluppo impetuoso e travolgente di Internet, sono già state illustrate dai colleghi che mi hanno preceduta questa mattina. A me tocca qui parlare di come la biblioteca pubblica entri in questo cambiamento.
Ma prima di tutto, c’è modo di starne fuori?
Qualche collega cercherà di continuare il proprio lavoro nel modo tradizionale, occupandosi di incremento del patrimonio nel modo tradizionale, di svolgere nel modo tradizionale attività di promozione verso i ragazzi, di curare il settore della narrativa nel modo tradizionale, di ‘animazione culturale’ ecc.
Ma andrà avanti per poco, senza incontrare un o una utente che gli chiederà notizie di un libro che il nipotino ha visto citato su una pagina di Internet, o una legge che gli hanno detto di poter consultare gratuitamente e facilmente su Internet, o gli chiederà di consultare personalmente dai suoi Pc Internet.
Sarà assediato! Perché la biblioteca pubblica sempre più comincia ad essere individuata dal cittadino come servizio informativo a 360 gradi. E se non vogliamo rinnegare la nostra funzione dobbiamo imparare ad usare Internet.
Ai primi di luglio, in occasione di un seminario sulle biblioteche pubbliche organizzato a Lussemburgo dalla Comunità europea, il Presidente della Associazione bibliotecari danesi ha delineato questi compiti per la biblioteca pubblica europea:

  • strumento essenziale per offrire ai cittadini europei accesso alle informazioni su qualsiasi supporto esse siano
  • nodo locale di una rete di biblioteche tra loco cooperanti
  • supporto essenziale ai processi educativi e di educazione permanente
  • e infine servizio ad alto livello di professionalità.

A questi punti credo se ne possano aggiungere altri che derivano dalle concrete sperimentazioni in corso in alcune biblioteche pubbliche da tempo attive in Internet:

  • servizio di snodo tra globalismo e localismo: non solo quindi accesso locale alla rete mondiale, ma strumento di valorizzazioni delle specificità locali. In questo senso, Internet oltre a rappresentare uno strumento molto semplice ed amichevole per rendere accessibile da tutti il mondo le nostre informazioni, rappresenta anche un utilissimo strumento per gestire e far circolare in modo veloce e semplice, le informazioni locali a livello locale.

e per quanto riguarda la specifica realtà italiana:

  • attore essenziale dei processi di costruzione delle reti civiche; le biblioteche sono il servizio comunale che ha maggiori competente nella organizzazione e gestione di un servizio informativo e, inoltre, una nuova competenza può essere assunta anche per quanto riguarda la produzione di editoria elettronica del Comune
  • strumento di salvaguardia e valorizzazione della cultura locale sia come messa in linea di archivi di immagini, testi, ricerche, relazioni, indagini ecc. che come costruzioni di spazi per la produzione di testi letterari da parte di gruppi locali o singoli

Ma cosa deve fare la bibliotecaria/il bibliotecario che intenda accettare la sfida? Per prima cosa, vediamo quali strumenti Internet ci mette a disposizione:

  • ci dà uno agile strumento di comunicazione a livello professionale: questo significa che possiamo scambiare opinioni, richieste di informazioni con colleghi italiani e stranieri in tempi rapidissimi: in Italia esiste AIB-CUR, una lista di discussione di bibliotecari, che può essere un utilissimo strumento di formazione ed aggiornamento professionale; altre centinaia di liste esistono in Internet sugli argomenti più particolari del nostro lavoro. La molteplicità di fonti informative nel nostro settore sono così elevate che possiamo effettuare ricerche anche molto complesse e specifiche usando solo Internet: questa relazione, per esempio, e’ stata preparata, oltre che sulla base della mia personale esperienza, facendo riferimento a 40/50 articoli, documenti, guide recuperate direttamente in Inter-net stando alla mia scrivania, senza spostarmi
    Similmente sarà possibile, tra breve, quando i privati avranno colto tutte le opportunità di Internet, verificare in modo semplice e veloce i rapporti con i propri fornitori, verificare prezzi, consultando listini in linea e confrontando diversi fornitori. Non esiste una ‘Guida Monaci’ di Internet, ma esistono ottimi servizi informativi specifici per le biblioteche che offrono accesso ai siti dei diversi operatori commerciali con cui dobbiamo trattare.
  • ci offre l’accesso una risorsa informativa in continua crescita: da un anno a questa parte la quantità di informazioni relativi all’Italia è aumentata in modo considerevolissimo. Già adesso ricerche tipiche del quick reference della biblioteca pubblica, le domande brevi con risposte brevi, trovano sulla Rete molte risposte. Inoltre, anche se l’Amministrazione pubblica italiana, in questo campo, è ancora in notevole ritardo rispetto agli altri paesi europei, nel mettere a disposizione dei cittadini archivi, informazioni, norme ecc. in linea, con accesso gratuito e amichevole, è certo che questi dati saranno progressivamente resi accessibili. Su Internet inoltre l’utente è in condizione di recuperare notizie in tempo reale su iniziative, attività, orari, servizi ecc. Molto di più dell’attuale Videotel, estremamente rigido e macchinoso, sulle pagine WWW sarà possibile scorrere i servizi informativi delle università, dei Comuni, dei cinema, teatri ecc.
  • ci fornisce uno agile strumento per organizzare l’informazione. La costruzione di ipertesti in rete è una operazione piuttosto semplice che consente di organizzare la propria informazione interne in modo facilmente consultabile da parte dell’utente.
  • ci offre uno veloce strumento per comunicare con gli utenti: la posta elettronica consente, con procedure semplicissime, un veloce scambio di informazione tra utenti e biblioteca per facilitare l’attività di consulenza, di ricerca ecc.

Quindi di nuovo, quale il nostro compito specifico della biblioteca pubblica in questa situazione?
Cambia il ruolo della biblioteca pubblica?
Personalmente non ritengo di aver cambiato professionalità da quando ho iniziato nel 1977 a lavorare alla biblioteca comunale di Bagno a Ripoli: sono cambiati gli strumenti del mio lavoro, ma non è cambiato l’obiettivo: soddisfare i bisogni informativi dell’utente (locale, ma, adesso, anche remoto).
Dopo che negli anni ‘70 erano nate le biblioteche pubbliche con funzioni di ‘centro culturale’ – luogo indefinito in cui si svolgevano prevalentemente iniziative di promozione degli assessori – da una quindicina d’anni, a livello professionale si è iniziato a parlare di biblioteca pubblica come ‘servizio informativo di base’, come punto locale di accesso alla rete generale delle biblioteche e dei servizi informativi.
Ma fino a quando non si è avuta la diffusione di Internet, si trattava prevalentemente di una affermazione di principio: la rete tra le biblioteche in Italia era del tutto inesistente; e le biblioteche pubbliche di fatto svolgevano il ruolo di supplenza delle biblioteche scolastiche.
Adesso invece la rete esiste davvero, e le biblioteche che da tempo si erano poste questo obiettivo, sono pronte: ora davvero noi possiamo diventare il punto locale di accesso alle risorse mondiali. Il cardine tra globalizzazione e localismo: il servizio che garantisce contemporaneamente l’accesso a tutte le risorse mondiali e la visibilità della propria specificità locale.
Grazie ad Internet, il cittadino, dopo aver seguito un corso di alfabetizzazione telematica fatto dalla biblioteca, potrà accedere da casa propria o da un Pc in biblioteca, guidato dalle pagine costruite dalla sua biblioteca alle migliaia di informazioni presenti in rete: troverà risorse per il suo hobby sulla filatelia, ma potrà anche trovare documentazione digitalizzata di storia locale, e contemporaneamente potrà controllare lo stato della sua pratica edilizia all’Ufficio urbanistica, e prenotare, sempre con il Pc, una visita medica e un albergo per le vacanze, senza fare code e senza perdere tempo.
Ma in che modo le biblioteche pubbliche si stanno avvicinando a Internet?
Scorrendo i vari siti delle biblioteche pubbliche nati in questi ultimissimi anni e mesi, possiamo individuare alcune tipologie di interventi:

  1. la messa a disposizione degli utenti di Pc per la consultazione di Internet in modo autonomo; di norma questa iniziativa è preceduta o affiancata da corsi di introduzione ad Internet organizzati dal personale della biblioteca o da volontari
  2. accesso in linea al proprio catalogo, sia con un accesso diretto sul proprio calcolatore in sede sia consultando una copia del catalogo esportata su un calcolatore accessibile da Internet
  3. gestione delle informazioni locali con interessanti forme di editoria elettronica per far circolare bollettini novità, guide ai vari servizi della biblioteca, calendari delle iniziative locali, per attività di educazione alla multimedialità con le scuole. Ma anche costruzione di gruppi di discussione tra gli utenti per scambiarsi recensione di libri letti, raccogliere memorie per la storia orale locale, fare annunci, ecc.
  4. guida alle risorse di Internet calibrate sulla propria utenza: solo la biblioteca conosce bene gli specifici interessi dei propri utenti e può’ svolgere quindi una essenziale funzione di indirizzamento, filtro, valutazione. Troviamo quindi guide alle risorse Internet per bambini, per donne, per anziani, guide per le famiglie ecc.
  5. quick reference: molte biblioteche che da tempo attuavano un servizio di memorizzazione delle ‘risposte brevi a domande brevi’, hanno adesso messo in linea questi archivi, per consentirne la consultazione da remoto da parte degli utenti, e di bibliotecari di altri istituti.
  6. consulenza in linea: la consulenza in linea rappresenta una naturale evoluzione del servizio di Reference svolto sia di persona che per telefono. Attraverso la posta elettronica, l’utente può inviare, anche fuori dell’orario di apertura del servizio, le sue richieste di consulenza alle quali il personale risponderà, sempre per posta elettronica, non appena conclusa la ricerca.
  7. cooperazione tra più biblioteche nella organizzazione cataloghi collettivi, costruzione comune di pagine Web ecc.
  8. abbonamento in comune tra più biblioteche a banche dati commerciali, riducendo in tal modo notevolmente i costi

Cosa possiamo fare domattina in Italia?
Tecnicamente molto, in pratica un po’ meno. Quale la reale situazione italiana oggi?

  • le reti telematiche sono di bassa velocità e alti costi a causa della politica monopolistica della TELECOM e dell’assenza di tariffe privilegiate per le biblioteche pubbliche. La rete telematica GARR di proprietà del Ministero della Ricerca è, sino ad ora, riservata alle Università ed agli enti di ricerca
  • la burocrazia si dimostra assolutamente impermeabile alle innovazioni; la L. 241 sulla trasparenza è ancora da applicare. Gli archivi di interesse per il cittadino non sono consultabili. I siti dei Comuni sono ancora spesso pura facciata, dietro cui non c’è alcuna informazione utile
  • vi è scarsa attenzione da parte della Pubblica amministrazione verso il volontariato, molto diffuso nell’ambiente informatico e telematico ove ha attivato servizi interessanti e di buona qualità. Queste forze potrebbero collaborare molto proficuamente con le Amministrazione nella creazione e manutenzione di servizi informativi comunali a basso costo.

Ultimo elemento, ma certo non il meno importante, i costi di Internet: l’abbonamento a Internet costa poco (ca. 2/300.000 l’anno), l’attrezzatura (un Pc e un modem) costa ca. 2/2.500.000. Costi alti sono soprattutto quelli umani: la formazione, la costruzione di pagine informative, la loro manutenzione, la ricerca.
Ma quali sono gli aspetti positivi?

  1. Internet è uno strumento relativamente semplice da usare e di veloce apprendimento
  2. è piuttosto facile ottenere ospitalità per le proprie informazioni presso siti pubblici: ci sono diversi progetti in corso di cumulo di cataloghi a livello di area gestiti su elaboratori delle università. Anche i siti commerciali sono spesso disponibili a dare ospitalità gratuita: la vendita spazi o di pubblicità sui loro siti ha costi più alti se il sito contiene informazioni di interesse e di qualità; è quindi naturale che i cataloghi di biblioteche siano considerati informazioni di qualità.
  3. in questo settore c’è una elevata presenza di volontariato. Siamo in presenza di una amplissima diffusione di BBS locali: si tratta per la maggior parte di Pc con servizi di bacheca elettronica e di archivi di files, che coinvolgono un elevatissimo numero di giovani. Ci sono diversi esempi di reti civiche gestite con BBS: tra le prime Desenzano e la Rete civica milanese. Vi sono anche su Internet diversi siti gestiti da volontari e finalizzati a garantire la democrazia in rete: la Città invisibile ha, per esempio, promosso una campagna di stampa per l’abolizione della tariffa urbana a tempo (TUT), ed è molto attiva anche verso le iniziative di costruzione di reti civiche e di iniziative di alfabetizzazione telematica dei cittadini. Moltissime sono le associazioni di volontariato con pagine e servizi su Internet.
  4. non va però neanche dimenticato l’entusiasmo dei periodi pionieristici. Chi ha già avuto occasione di ‘navigare’ ha presente come sia facile farsi prendere dall’entusiasmo alla scoperta di questo mare magno dell’informazione, ma anche di questo facilissimo strumento per comunicare con gente sparsa per tutta la faccia della terra. Nell’organizzazione interna del servizio Internet è bene tener conto di questo fattore, ma è anche necessario indirizzarlo verso obiettivi coerenti con il servizio. Il responsabile della biblioteca deve essere consapevole che il proprio personale deve passare molto tempo a ‘navigare’ per costruirsi la sensibilità necessaria a trovare le informazioni, a distinguere subito un sito ben organizzato da uno estemporaneo, a valutare la qualità dell’informazione trovata, la sua attendibilità ecc.

Quindi cosa fare? Quali i nostri compiti?
Potrei cercare di tratteggiare qui alcune linee di attività per le varie figure che ruotano attorno alle biblioteche:
I bibliotecari devono dimostrare disponibilità all’innovazione, tenendo però ben fermo l’obiettivo della biblioteca: servire l’utente. Devono puntare alla organizzazione di programmi di sviluppo dei servizi, utilizzando queste nuove tecnologie, ma in cooperazione con altre biblioteche. Internet è infatti per sua natura uno strumento di cooperazione e quindi ne va sfruttata al massimo tale potenzialità. Contemporaneamente i bibliotecari devono rivendicare le proprie specifiche competenze professionali di organizzatori di servizi informativi all’interno del Comune: i nuovi servizi che stanno nascendo con lo sviluppo delle reti civiche devono quindi vederli tra i protagonisti sia in quanto promotori che in quanto organizzatori e fornitori del servizio.
Gli amministratori devono essere convinti che la biblioteca comunale è l’unico servizio che il cittadino ha a disposizione per garantirsi il diritto all’informazione; ma devono altresì convincersi che si tratta di un servizio che necessita di alte professionalità e di adeguati stanziamenti. Devono inoltre puntare allo suo sviluppo verso dimensioni d’area convinti che sempre più la qualità del servizio reso localmente all’utente dipende dalla ampiezza e qualità della cooperazione attuata con le altre biblioteche.
L’AIB credo debba puntare molto ad iniziative di formazione e aggiornamento del personale delle biblioteche pubbliche in questo ambito, deve fornire servizi di consulenza, ed offrire supporto verso le iniziative assunte dalla Comunità europea verso le biblioteche pubbliche; è inoltre necessario garantire una visibilità a livello nazionale di questi servizi dipendenti dai singoli comuni e quindi privi di referenti a livello nazionale.

Susanna Giaccai, Biblioteca comunale di Bagno a Ripoli (FI)