GopherDonna

Susanna Giaccai, GopherDonna in Web
in InfoPerla, n. 1, 1996

Nella primavera 1993, un collega mi aveva parlato di Internet; mi disse “dobbiamo entrare in Internet” e mi aveva vagamente accennato a reti di calcolatori, a informazioni disponibili, a “navigazione”. Ero curiosa ma, allora, era quasi impossibile trovare notizie su Internet nei tradizionali strumenti a disposizione: riviste professionali, periodici ecc. Acquistai un grosso volume in inglese che parlava di TCP/IP e mi adentrai nella sua lettura, ma lo abbandonai poco dopo. Se Internet era una cosa così in espansione, come diceva il mio collega, doveva anche essere comprensibile e quel libro non lo era di certo.
Finalmente un collega dell’Università europea mi fece fare una ‘navigata’ di prova; rimasi entusiasmata! alla fine mi dette le bozze di un libro su Internet che stava per pubblicare: le divorai in due giorni: ora avevo le idee più chiare. Alcune settimane dopo riuscii ad avere un modem ed un collegamento con un centro di calcolo. Seguendo pedissequamente i comandi che mi aveva indicato un’amica (atx3 b1 l3 m1, atdt, erano per me scritte assolutamente incomprensibili, ma funzionavano!), una mattina inizio la navigazione: con istruzioni abbastanza semplici mi sposto dal calcolatore del centro cui ero collagata ad un altro sempre a Firenze e da quello poi seguendo il menu, arrivo a Pisa e poi di lì, con un balzo, passo nel Minnesota a verificare la “mamma di tutti i gopher”; li infatti è stato inventato nel 1991 il Gopher, un programma che consente con una interfaccia molto semplice ed intuitiva di visualizzare sul proprio schermo i menu di elaboratori sparsi in tutto il mondo.
Era la fine di agosto, ed ho passato due mesi navigando moltissimo. Mi spostavo da un campus all’altro da una rete civica all’altra, consultavo cataloghi negli USA o a Taiwan ecc., Ero, come tutti, affascinata da questo strumento. E iniziavo ad essere sommersa dalla posta delle liste di discussioni. Come tutti i principianti, anch’io avevo commesso l’errore di iscrivermi a troppe liste: ogni gionro erano da 20 ai 30 messaggi da leggere in inglese, e spesso in puro slang americano! Ma molti contenevano informazioni interessanti che mi consentivano di scoprire nuove risorse, nuovi archivi.
Ma essendo una bibliotecaria ben presto mi posi la domanda: come posso usare questo strumento per migliorare i servizi all’utente della mia biblioteca? Mi serviva un utente cavia da sommergere di informazioni raccattate in rete, con cui verificarle, con cui calibrare la ricerca ecc. Chiesi ad Annarita Buttafuoco, storica e presidente dell’Unione Femminile Nazionale di Milanao e allora anche presidente della Società italiana delle storiche, di sottoporsi a questa prova: inizia quindi a sommergerla di carta e di fax con le informazioni che via via recuperavo scandagliando soprattutto i siti americani. Alla fine del 1993, in Italia gli utenti Internet erano pochi e soprattutto circoscritti al mondo della ricerca scientifica; nel resto dell’Europa c’era qualcosa di più ma la barriera linguistica era in certi casi insormontabile.
Dopo alcune settimane, sotto l’egida di queste due associazioni, nacque l’idea di costruire GopherDonna, un servizio informativo italiano che indirizzasse verso le risorse presenti in Internet utili alle storiche. Non era certo una invenzione, ma una esigenza che nasceva dall’analisi dell’esperienza dei servizi di Women’s Studies americani; molte università americane infatti avevano messo a punto servizi informativi destinati alle studentesse ed agli studenti fornendo accesso sia alle risorse interne: elenco dei corsi, bibliografie, recensioni, cataloghi che a risorse simili presenti in altre università. GopherDonna era una novità per l’Italia. Ed era in parte una anticipazione rispetto alla reale presenza di donne italiane in rete; il servizio infatti era quotidianemente consultato, ma quasi prevelentemente da siti fuori dell’Italia. Alle straniere infatti dava accesso ad una serie di informazioni sia specifiche (attività e corsi, elenco di riviste femministe italiane, di Centri donna, informazione sulla Società italiana delle storiche ecc.) che generiche (cataloghi on-line di biblioteche italiane) che risultavano per loro di grande interesse. Molti i siti di Women’s Studies stranieri hanno infatti inserito un legame dalle loro pagine verso GopherDonna.
GopherDonna, aperto il 15 marzo 1994, è stato anche uno strumento per far conoscere Internet alle donne italiane; se ne è parlato su riviste (Agenda della Società italiana delle storiche, Noi Donne, Paese delle donne, Biblioteche oggi), in liste di discussione (italiane e americane); è divenuto un momento informativo stabile all’interno dei corsi della Scuola estiva di storia delle donne organizzata dalla Società italiana delle storiche ogni anno a Pontignano (SI).
Da Natale ‘95 è stata messa a punto la nuova versione Web all’indirizo http://www.idg.fi.cnr.it/wwwdonna/donna.htm. Le informazioni sono organizzate adesso in modo più chiaro data la flessibilità delle pagine scritte con il linguaggio HTML: la essenzialità del gopher, ove erano solo consentite maiuscole o minuscole ed un menu gerarchico, si apre alla estrema duttilità dell’ipertesto. Adesso è quasi solo la fantasia il limite!
Ma contemporaneamente da alcuni mesi Internet sta avendo un grande sviluppo in Italia: nell’estate 94 si sono aperte le pagine di DWPress (http://www.mclink.it/n/dwpress/index.htm), qualche mese dopo anche il Paese delle donne è comparso in rete (http://relay.isinet.iunet.it/PdD), a metà maggio ‘95 si è tenuto a Brenzone sul Garda il convegno “Chi ha paura di Internet? dall’informazine stampata all’informazione telematica”, dall’autunno ‘95, si è aperta la Pagina Donna nel sito di area democratica La città invisibile http://www.citinv.it/iniziative/poli/donne/)e da dicembre, la Rete Lilith ha tre pagine ospitate in questo sito (http://www.citinv.it/iniziative/poli/donne/lilith.htm.
E da qualche settimana anche Noi donne è in rete.
Non va dimenticato però il lato più amatoriale della comunicazione telematica: le BBS, reti di microcomputers collegati tra di loro via telefono in modalità differita. Si tratta di un potente strumento di comunicazione sviluppatosi moltissimo negli anni passati e attualmente presente soprattotto nelle zone a basso tasso di industrializzazione ove Internet non arriva, o tra ceti giovanili e/o appassionati di computers: in Italia esiste la Rete PeaceLink la cui area di discussione Donne sta diventando abbastanza frequentata e luogo anche di accese discussioni; a Milano la Rete civica ha anch’essa molti spazi dedicati alle organizzazioni di donne.
Internet è indubbiamente un utilissimo strumento di collaborazione, di scambio di informazioni, di cooperazione: è nato nell’ambito della ricerca ed i suoi strumenti sono totalmente calibrati ad un veloce scambio di informazioni, alla copperazione nella gestione delle risorse e dei servizi informativi: non più potenti ed elefantiaci Centri di calcolo che tutto governano e tutto frenano, ma centinaia di piccoli servizi che organizzano in modo veloce ed efficiente le informazioni cui tutti possono accedere. Questa sua natura ne fa anche uno strumento dirompente e molto potente di accesso democratico all’informazione. Certe tendenze particolaristiche, piccole miopie, errate sensazione di potere, potranno essere spazzate da questo strumento, se non prevarrà la logica privatistica , se i costi dell’accesso verranno abbassati (è in corso una campagna contro il TUT della Telecomm, organizzata da La città invisibile), se i Comuni si faranno garanti dell’accesso dei cittadini alla Rete, se offriranno spazio (e voce) alle associazioni, se prevarranno insomma gli utenti rispetto ai monopoli!